Buona notizia: l'aspettativa di vita aumenta. Cattiva notizia: il tasso di natalità è in drastico calo. Conseguenze: la struttura anagrafica italiana sta cambiando, la popolazione invecchia. Anche gli interior designer ne devono tener conto, adottando un approccio “for all” nella metodologia di progettazione. In particolare nell'arredo bagno, il tema del design inclusivo sta diventando preponderante. Oltre che un'esigenza concreta, l'universal design rappresenta un valore necessario per una società che voglia definirsi solidale, tollerante e in grado di soddisfare i bisogni di più generazioni di utenti, coniugando benessere e sicurezza. Senza dimenticare che agevolare l'indipendenza domestica dei soggetti più deboli, concorre alla sostenibilità di un sistema di welfare degno di una società civile.
I principi guida che sottendono alla concezione di design inclusivo o universal design si possono riassumere in alcuni concetti di fondo. In primis, come abbiamo detto, la progettazione deve essere equa, ovvero non discriminatoria. L'utilizzo del componente d'arredo bagno deve essere flessibile, cioè adattarsi alle diverse abilità.
E' altresì importante la percettibilità delle informazioni, indipendentemente dal livello cognitivo dell'utente. L'uso effettivo del bene deve essere intuitivo anche per soggetti dalle limitate capacità sensoriali. Lo sforzo fisico necessario all'uso deve essere limitato.
Spazi e dimensioni previsti devono facilitare l'accessibilità e la manovrabilità in totale sicurezza. L'errore nell'uso deve essere calcolato, per minimizzarne le conseguenze spiacevoli.
Prima di tutto la sicurezza. Per un bagno “age friendly”, che riduca al minimo il rischio di incidenti domestici, è necessario studiare accorgimenti volti a rimuovere ogni possibile barriera architettonica. Sia nella progettazione di una nuovo bagno, sia in caso di ristrutturazione che segua una logica inclusiva, l'universal design già da qualche anno propone soluzioni innovative ed esteticamente gradevoli che, entro certi limiti, possono evitare il costoso ricorso all'assistenza domiciliare per gli anziani.
Il focus è rivolto alla zona doccia. I rischi connessi all'utilizzo quotidiano del box doccia da parte di una persona anziana sono principalmente due: scivolamento e sbalzi di temperatura dell'acqua. Per un box doccia “age friendly” è dunque consigliato facilitare l'accessibilità rimuovendo scalini o gradini. Un piatto doccia a filo pavimento realizzato in materiali antiscivolo è la base di partenza ideale per un elemento di design inclusivo. Acrilico, resina, pietra o poliuretano: in ordine crescente di prezzo sono materiali ad hoc, disponibili in vasta gamma di colori, texture, forme e dimensioni.
L'interno del box doccia può all'occorrenza essere dotato di un sedile ribaltabile della portata massima di 150 kg e di pratiche maniglie di sicurezza. In caso di necessità si può optare per pareti in cristallo ad ante sdoppiate.
Per evitare gli shock termici e tutelare i soggetti che hanno meno capacità di reazione è opportuno dotare il box doccia di un miscelatore termostatico (mantiene costante la temperatura ed è dotato di dispositivi di sicurezza in caso di improvviso scaldamento o raffreddamento), facilmente manipolabile, con scale di temperatura chiaramente leggibili. In tal senso anche la tecnologia è utile alleata: ogni regolazione o interruttore può essere a portata di app nei modelli più avanzati.
Sicuro, elegante e trendy: se il box doccia è di design inclusivo, la bellezza è per tutti.